Oggi un po’ di rassegna stampa, senza sforzi, diciamo un po’ di semplice ricerca tra la cronaca locale senza acquistare neanche un quotidiano. Cerco notizie sulla violenza di genere restando nell’homepage o al massimo cliccando su “cronaca”, vediamo cosa trovo sui media della mia isola in questo sabato mattina di maggio:
–Studentessa accoltellata all’addome da un compagno all’ingresso di scuola
–Tredicenne costretta con minacce a fare autoscatti hard, quattro denunciati
Tra le altre notizie, aggiornamenti sul processo per il femminicidio di Dina Dore e il caso Alina Cossu che va verso l’archiviazione, e poi notizie molto più vecchie, uomini arrestati per violenza sulla moglie, gente che prende a calci i bambini, piccole storie di merda quotidiana che non fanno più notizia.
Allarghiamo il campo, usciamo dall’isola e vediamo che si trova nei quotidiani locali del resto d’Italia:
–Minaccia una tredicenne per foto hard, nei guai un livornese
–Testimonianza choc la madre è accusata di maltrattamenti
–Profugo infastidisce una donna, allontanato dalla parrocchia
–Perseguita giovane madre per tre anni, in carcere lo stalker
–Il triestino maniaco dei bus: “Pedofilo? No, ma ho bisogno di aiuto”
–Troppo alcool al party studentessa stuprata e lui patteggia due anni
–Picchia la moglie incinta arrestato dai carabinieri
–Pescara, aggredisce e minaccia la ex, arrestato
–Minaccia con coltello l’ex che lo respinge
–“Comprata, stuprata e trattata da schiava”, un anno di inferno per una ragazzina
Ovviamente anche oggi ho trovato, spulciando, il femminicidio del giorno. Mai farselo mancare, mai. Non ci sono foto e non si tratta di due bambine indiane ma di una prostituta, quindi niente indignazione, niente incazzatura, niente giro sui socialnet, niente di niente:
–Nocera, uccisa prostituta: prima strangolata e poi le hanno conficcato una sbarra in gola
Ma andiamo avanti:
–Choc a Giffoni: padre ha abusato per 15 anni della figlia, arrestato
–Uccisa perchè rifiutò un rapporto sessuale, omicida condannato a trent’anni
–Va sotto casa della ex e la minaccia di morte, arrestato
–Salerno, ragazzine come schiave: in mostra al centro città per essere vendute
–Cappellano di San Vittore condannato a 4 anni per violenza sessuale sui detenuti
–Viterbo, accoltella la moglie per gelosia, lei è in ospedale, lui in carcere
–Giallo a Roma, accoltellata e gettata in un canale: ragazza in gravi condizioni
–Divieto di avvicinamento ma continua a minacciarla, arrestato
–Ancona, allenatore di basket pedofilo condannato a sei anni di carcere
–Ancona, padre processato per pedofilia accusa la moglie in aula
–Violenza sessuale su minore pena ridotta in appello
–Calci e pugni, massacrata di botte dall’ex
–“Diventerai una star della musica”. Ma finisce a processo per abusi
–Violenta e mette incinta le figliastre. Le due bimbe costrette ad abortire
–Donna incinta si cala dalla grondaia per sfuggire alla furia del marito
–L’amante abortì dopo le botte: la Cassazione conferma la condanna a 12 anni
–Condannato per violenza sessuale su una 11enne fa perdere le sue tracce: arrestato
–Litiga con la ex, scende in strada nudo e picchia un’anziana
–Fotografa l’ex fidanzata mentre la violenta
–Picchiava la moglie e la perseguitava: arrestato
–Medico molestò paziente: condannato
–Stalking in stazione, vittima una minorenne
–Pedofilia, pediatra in manette a Milano: violenza sessuale su un paziente di dodici anni
–Accoltella la ex, fermato all’aeroporto
–Picchiata dall’ex compagno: tragedia sfiorata a Cantù
Basta, sono già stanca e ho il disgusto. Non sono riuscita a controllare tutte le notizie sulla violenza di genere in ogni regione, me ne sono persa sicuramente tantissime, e queste sono solo quelle online, figuriamoci quelle nascoste nei trafiletti sull’edizione cartacea. Sono centinaia ogni giorno in un paese come l’Italia dove non esiste un osservatorio nazionale sulla violenza di genere, dove riuscire a seguire ogni singolo caso di presunti abusi è impossibile, dove le notizie di donne trovate agonizzanti sono piazzate come prima notizia in homepage per un giorno come acchiappa-lettori e poi finiscono in fondo a tutto dopo 24 ore o forse meno. Un paese dove i tentati femminicidi al giorno sono almeno una decina quando va bene e un paio di femminicidi quando va male, dove la violenza sui bambini e le bambine è talmente endemica e radicata nelle famiglie da risultare normale, dove l’omofobia e la transfobia sono prassi quotidiana e non fanno neanche notizia.
Se invece di condividere compulsivamente foto di bambine uccise in paesi molto lontani da voi minacciando di bruciare bandiere e chiedendo di imporre sanzioni internazionali ad altri Stati “ogni volta che si assiste a rapimenti-lapidazioni-impiccagioni di donne” voi bruciaste la vostra di bandiera e sanzionaste pesantemente il vostro colonialismo non sarebbe molto meglio?
Se invece di diffondere forsennatamente l’hashtag #bringbackourgirls vi foste occupate delle ragazze nigeriane che si trovano a poca distanza da voi, rapite, stuprate, torturate e abusate dai vostri padri, figli, fratelli, amici, non sarebbe molto meglio?
Non se ne può più di questo neocolonialismo femminista che si fa guidare dalla pornoindignazione occasionale di media propagandistici, che diventa arma politica, che non riconosce il patriarcato come fenomeno trasversale ma che identifica la violenza di genere solo nell’altro, nel diverso e nel lontano, che finisce per appoggiare campagne militari e addirittura invasioni imperialiste, che finisce per silenziare la violenza che ci circonda diventando complice inconsapevole.
Basta con “l’India degli stupri” o con “l’Iraq delle spose bambine”, basta con le petizioni, con gli hashtag, con i click e i commenti indignati sui socialnet. Questa è “l’Italia della violenza di genere” e, se posso permettermi, è anche un pochino l’Italia del razzismo.