Seppure i principali media italiani non ne abbiano dato notizia in quanto troppo impegnati nella cronaca del bunga bunga SOLAMENTE da un mese e mezzo, sabato19 febbraio si è svolta a Tunisi la marcia per la laicità. Erano presenti diverse migliaia di persone, in maggioranza donne e il corteo ha avuto un ottimo successo nonostante sia stato preparato in un solo giorno: infatti è nato come reazione spontanea all’omicidio di un sacerdote e al tentativo di incendio in una via frequentata da prostitute.
L’ INDIGNAZIONE, invece di attendere che qualche guru mediatico ne facesse uno strumento per spostare masse di voti e prima che venisse montata ad arte, è sorta INCREDIBILMENTE in maniera del tutto spontanea e sfociata ad un solo giorno di distanza dagli avvenimenti in una manifestazione colorata e gioiosa contro il fanatismo, per ricordare al governo di transizione che il popolo ha lottato anche per la laicità, affinchè gli estremisti religiosi violenti siano isolati e circoscritti.
Le donne in particolar modo, dopo gli attacchi subiti da questi folli nella “marcia delle gelsomine” di fine gennaio, chiedono che non venga dato alcun tipo di spazio tra le forze politiche agli integralisti: non solo essi vengono accusati di non rispettare le donne in alcun modo ma anche di essere tra i principali fruitori della prostituzione femminile (paese che vai, ipocrita che trovi..) salvo poi voler compiere azioni punitive “pubbliche” per rimarcare la loro purezza e la loro misoginia spacciata come virtù.
Mi fa un enorme piacere poter constatare che le notizie giunte dal mainstream dei nostri media con il corollario dei timori di Maroni sui tunisini siano tutte delle ABNORMI CAZZATE e che il fervore intellettuale di un paese che si sta costituendo è vivo, partecipe e vigile: del resto non potevo aspettarmi niente di diverso da chi ha appena cambiato la propria storia con un atto di volontà popolare.
Certamente la loro soglia d’attenzione e la loro capacità d’intervento è superiore alla nostra che rasenta lo zero come sappiamo tutti, poiché in Italia il massimo della rivoluzione è parlare male di Berlusconi su facebook. Non sono neppure tanto certa che se una manica di folli crociati avesse tentato di appiccare un incendio contro delle prostitute indifese saremmo scesi tutti in piazza a protestare. Anzi, probabilmente sarebbe successo il contrario, avremmo difeso gli integralisti, ma si sa che io sono una donna molto cattiva e malpensante.
Il prossimo appuntamento per le donne tunisine è ovviamente per l’8 marzo.