Non mi andava di scrivere questo post, tra l’altro la notizia VERA (perchè l’hanno deciso i media, mica io) di oggi è che Berlusconi “lascia”: wow, la prima volta che ho manifestato contro di lui avevo 17 anni e sono finita immortalata da una tv locale, adesso ne ho ben 35.. Suppongo oltretutto che una volta eliminato il “problema Berlusconi” staremo tutti molto meglio. Come no.
La notizia NON VERA invece è questa
che ai più svegli potrà sembrare cosa normale, normalissima. In realtà visto l’alto numero di coloro che ti consigliano ti acquistare il prodotto locale ammiccando o di quelli che fanno gli sbruffoni coi turisti vantandosi di chissà quale genuinità tutta sarda direi che dalle mie parti c’è proprio tanta tanta gente che continua a raccontarsi bugie e ci crede pure.
Lo studio si chiama “Sentieri” ed è molto interessante perchè mette finalmente in diretta correlazione l’aumento delle malattie e i cosiddetti SIN o siti di bonifica di interesse nazionale. Riguarda l’intero suolo italiano e si può trovare qui: si tratta di quelle aree che hanno creato il famoso “indotto” ossia caratterizzate dalla presenza di industrie chimiche, siderurgiche, elettriche, miniere, cave, inceneritori, porti et similia e che tuttora si distinguono per la mortalità in eccesso rispetto alla media.
Il numero che salta forse di più all’occhio è quel 3.508 ossia i morti in 8 anni riconducibili direttamente alle esposizioni industriali nelle varie parti d’Italia; per quanto riguarda la mia isola direi che non ci sono dubbi, basta osservare la mappa:
La Sardegna è evidentemente la regione più avvelenata: 445 mila ettari. Le aree più colpite sono quelle del Sulcis-Iglesiente, del Guspinese e di Porto Torres: bisogna che qualcuno lo dica ai tanti, ai troppi sardi che guardano la tv scuotendo la testa per le immagini dell’immondizia napoletana mentre il vicino di casa muore di tumore.
Nel frattempo la protesta dei comitati anti-radar continua in varie forme così come continuano le piccole battaglie e follie quotidiane: questo fine settimana, ad esempio, saremo QUI a tentare di raccontare un’altra storia e a scrivere un finale diverso.