Nuvole nere

Vignetta di Alessio Spataro http://alessiospataro.blogspot.com/

“In un paese di piccola borghesia come l’Italia, e nel quale le ideologie piccolo-borghesi sono andate contagiando anche le classi popolari cittadine, purtroppo è probabile che le nuove istituzioni che seguiranno al fascismo, per evoluzione lenta o per opera di violenza, e anche le più estreme e apparentemente rivoluzionarie fra esse, saranno riportate a riaffermare, in modi diversi, quelle ideologie; ricreeranno uno Stato altrettanto, e forse più lontano dalla vita, idolatrico e astratto, perpetueranno e peggioreranno, sotto nuovi nomi e nuove bandiere, l’eterno fascismo italiano.” (da “Cristo si è fermato ad Eboli”)

Qualche giorno fa su Repubblica è uscito un articolo di Barbara Spinelli dal titolo “il populismo che si nutre di ignoranza”.

Il pezzo in questione analizza quel fenomeno che alla fine degli anni ’80 e inizio dei ’90 venne definito “nuova destra” ma in realtà possiamo chiamarlo col suo vero nome ossia nazionalsocialismo, movimento di cui fanno parte la nostra amata Lega Nord, il Front National di Le Pen in Francia, il Fidesz in Ungheria ecc. ecc. Neppure la Finlandia è esente dall’avanzata nazista e xenofoba, esiste una “nuova destra” pure lì (si chiamano “Veri Finlandesi”, giuro).

In realtà questi partiti, a parte l’FPÖ austriaco che ha invece avuto la fortuna disgrazia di veder morire il proprio creatore Jörg Haider, si assomigliano un po’ tutti e hanno avuto più o meno la stessa parabola: infatti sono tutti nazionalisti e xenofobi allo stesso modo. Rispetto al nazismo hitleriano hanno cambiato solo il tipo di antisemitismo: ora non hanno più posizioni anti-ebraiche ma anti-islamiche, nel caso dell’Olanda ad esempio il partito nazista di turno è stato fondato proprio su questo “ideale”.

Un’altra curiosa coincidenza che li accomuna è che tutte queste formazioni politiche risultano essere il secondo-terzo partito di ogni Stato e sono confluiti oppure si trovano in coalizione in un fantomatico polo della “libertà” (giuro che anche questo è vero). Come vedete non siamo soli, è inutile maledire il solo dio Po.

Qualche anno fa quando mi azzardavo a dire che vivevamo in piena dittatura tutti mi prendevano per pazza: c’era l’idea che la dittatura fosse sempre sinonimo di scariche elettriche ai genitali e strappaunghie alla Fulgencio Batista o solo quella delle bandiere con croci uncinate e dei discorsi razzisti da un balcone.

Oggi come oggi invece è opinione assai diffusa che il berlusconismo che stiamo vivendo da un ventennio (ho scritto ventennio, certamente) sia una classica forma di cesarismo basata sul consenso, sulla figura del “capo”, con il tipico controllo dei media, la propaganda ecc adattata ai tempi e ai luoghi che conosciamo.

Nonostante qualche sporadico ingenuo, ormai che la nostra sia una forma di dittatura è cosa più che acclarata se siamo addirittura arrivati ad ipotizzare un colpo di stato militare sulle pagine di un quotidiano nazionale. La fine ultima della democrazia rappresentativa in Italia infatti ha avuto la mazzata finale (ma era già alquanto agonizzante) il 21 dicembre 2005, giorno in cui è entrata in vigore la nuova legge elettorale e in cui il popolo non ha più potuto votare i propri rappresentanti manco per finta come faceva prima.

Gli ingredienti della dittatura ci sono tutti, dal razzismo alla repressione e la triade Dio-patria-famiglia è perfettamente difesa, legittimata e propagandata. Inoltre, come accade molto spesso in questi frangenti, la presenza del capo di cui non ci si riesce a liberare non è vista dal popolo come un atto d’accusa nei confronti degli elettori e sostenitori del potente, al contrario è solo il capo e i suoi rappresentanti più prossimi ad essere ritenuto responsabile del sistema di cose.

In realtà sappiamo benissimo che il capo è solo la punta di una piramide con ampia base, è solo l’estrema conclusione e rappresentazione di un sistema fondante e pienamente connivente, non per questo esente da colpe ma neppure unico capro espiatorio come spesso si tende a fare nel nostro paese in modo da poter fare i classici rimpasti e riproporre ad libitum sempre le stesse facce di merd persone con vestiti differenti.

E’ quindi ovvio e consequenziale, visto il clima di impunità se non di palese appoggio, che dopo vent’anni di leghe e partiti delle libertà gli stronzi possano uscire dalle fogne galleggiando con grande sicurezza e sprezzo del pericolo, protetti dal regime e totalmente impuniti, liberi di poter fare ciò che desiderano e quando lo desiderano, complici e fautori dei capi che hanno sempre sostenuto esattamente come le vecchie camicie nere.

Il loro ritenersi al sicuro è chiaramente proporzionale alla loro capacità di essere servi dei potenti, di strisciare il più in basso possibile e leccare il culo ai padroni di turno facendo finta di essere degli innovatori e dei ribelli, non solo perfettamente proni all’autorità ma anche partecipi dello stesso potere a cui forniscono un preciso bacino elettorale.

Mi risulta che ultimamente questo genere di infimi personaggi si siano dati molto da fare, vista la protezione, la tutela ma soprattutto l’immunità di cui possono godere pienamente: a tal proposito vorrei esprimere tutta la mia solidarietà e vicinanza ai ragazzi picchiati a Roma e a quelli accoltellati nella facoltà di Lettere alla Federico II di Napoli. Ormai episodi di questo genere accadono quasi tutti i giorni nell’indifferenza generale (per una maggiore comprensione di ciò che è successo ultimamente rimando a Staffetta).

Come se tutto ciò non bastasse, quello che è accaduto in questi ultimi tempi a livello europeo nei confronti dei migranti provenienti dal l’Africa del Nord o il silenzio durante la deportazione del popolo Rom, ci dà un’idea della direzione che stiamo prendendo: i singoli Stati sono ormai sempre più arroccati in posizioni protezionistiche, l’identitarismo ha ormai ceduto il passo al nazionalismo più populista.

Il cancro si è ormai diffuso e come una metastasi sta raggiungendo il massimo della sua espansione nell’ultimo anno: i neonazisti sono sbarcati al parlamento perfino in Svezia (20 deputati), in Olanda sono arrivati ad essere il partito di maggioranza nel marzo scorso (vedremo cosa accadrà a giugno) mentre in Ungheria come ben sappiamo hanno già cambiato la Costituzione identificando nazione politica con nazione etnica e sancendo di fatto l’istituzionalizzazione di una nuova dittatura nazionalsocialista.

Ciò che temevamo potesse riaccadere si sta svolgendo sotto i nostri occhi ancora una volta, chi ha ancora voglia di fare il liberale e il democratico di questi tempi si pone in maniera del tutto anacronistica rispetto a ciò che stiamo vivendo. Mi piacerebbe che un domani, nonostante la loro buonafede, non gli fosse concesso di dire “noi non sapevamo”, troppo comodo decidere di non vedere.

 

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2 risposte a Nuvole nere

  1. anarcofem scrive:

    Hanno ucciso l’Uomo Ragno 😀
    Oggi altre aggressioni fasciste, una tra l’altro a Verona, ormai si stanno scatenando.

  2. dlsan scrive:

    Basaglia affermava nel 1978: “Noi non dobbiamo vincere bensì convincere. I fascisti vincono perchè hanno in mano il potere, ma non riescono a convincere”.
    Qualcosa è cambiato a quanto pare perchè oggi pare invece che i fascisti (e nazi-leghisti) convincano… La famosa “reazione”. “Il populismo che si nutre di ignoranza” e soprattutto di paura è la reazione alla paura? Intanto la sinistra è tutt’oggi auto-confinata in un gulag come espiazione delle sue colpe e del proprio senso di colpa (passati dalla hazet 36 al senso di colpa del proprio senso di copla – tipo un fastidiosissimo Gofferdo Fofi sull’Unità oggi – “Il mondo nelle mani dei finti intellettuali”)…
    Però, dai: hanno ucciso Bin Laden… diavolo che esista Bin Laden mi sconvolge forse più di sapere che esista il diavolo.
    Ieri Saif al-Arab, l’altro ieri la strega cattiva, domani il babau… Vecchie paure che vanno nuove paure che verranno…
    Non so il latino ma forse “Se vuoi la pace prepara la guerra al fascismo” sarebbe da recitare più spesso…

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